Ho sempre amato le lingue straniere.
Studiare altre lingue, diverse dal mio italiano, è sempre stata la cosa che più amavo fare a scuola. Più dell’italiano, più di geografia, più di matematica.
Io adoravo ascoltare l’insegnante parlare in un’altra lingua, mi meravigliavo quando vedevo gli interpreti impegnati nel loro lavoro e quando capitava l’occasione di andare all’estero, mi concentravo per capire se riuscivo a captare qualche parola in un discorso tra due nativi.
Quest’ultima cosa, poi, la faccio ancora adesso. Ma chi non la fa?
La prima volta che sono salita su un aereo per andare in vacanza studio era il 2006, avevo 15 anni e mezzo ed era il primo viaggio senza i miei genitori. Mi sembrava stranissimo partire ed andare a studiare. Ma insomma, che vacanze sono se si studia?
Eppure, dopo quell’anno, il viaggio all’estero per studiare è diventato un appuntamento al quale cerco di non mancare mai. Ogni volta che partivo era per me una sfida anche se, la maggior parte delle volte, salutare l’Italia era una cosa che proprio non riuscivo a fare. Al momento di attraversare i controlli, le due settimane che avevo davanti mi sembravano un’eternità. Facevo da subito il conto alla rovescia, quasi impaziente di rimettere piede in Italia, eppure quando mi trovavo lì, dopo qualche giorno, già non volevo più tornare.
E’ durante quei momenti che ho capito che per me viaggiare era importante, che io nella vita volevo fare questo e che volevo assolutamente parlare le lingue straniere.
Ma in questo “articolo”, in questo blog che parla di viaggi, voglio raccontarvi l’ultima vacanza studio: quella terminata qualche settimana fa, quella che mi ha portato a Cadice. Continua a leggere Vacanza studio: esperienza da vivere