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Tra un salto da fare e la meraviglia del presente: arrivederci 2023.

Incredibile.
All’inizio del 2023 mi ero ripromessa di scrivere di più, ora finisce e non ho neanche scritto una volta in questo luogo che, non fino a troppo tempo fa, consideravo casa.

Eppure poi il tempo scorre velocemente, le settimane si rincorrono e io, come sempre, attaccata al mio cavallo che corre veloce, all’impazzata (ricordate di cosa sto parlando, vero? Se non ne hai idea, clicca qui).
Ho imparato a rallentare, questo sì, a prendermi degli attimi solo miei, a calmare il respiro e a godere più del presente.
Ma di questo tempo che vola, proprio non me lo so spiegare.

Mi giro e mi chiedo dove sia finito il duemilaventitré, davvero sono già passati dodici mesi? Davvero è passato un anno?

No, ripeto, non me lo so spiegare.
E lo diceva anche Tiziano Ferro.

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Trentadue anni: una candelina in più che si spegne, un nuovo desiderio da esprimere.

Per me il compleanno è sempre un momento speciale in cui si uniscono due sentimenti: da una parte l’emozione di soffiare su una candelina, iniziare un nuovo capitolo e, dall’altra, un senso di nostalgia nel lasciare un altro anno.

Un po’ come il trentun dicembre.
Ecco, io il compleanno lo vivo così e, forse, ancora di più.

Per me il compleanno è tempo di bilanci, guardare l’Enrica del passato, le aspettative, la realtà, gli obiettivi raggiunti, quelli mancati e guardare all’Enrica presente.

L’altro giorno parlavo con un’amica e mi è venuto naturale pensare di non essere diventata la persona che l’Enrica ventenne, magari, si aspettava.
Una donna in carriera, con il trolley in una mano e il computer in un altro, il tailleur e sempre pronta ad imbarcarsi su un aereo.

Sono lontana anni luce da quell’immagine ma, non per questo, sono sbagliata.

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PENSIERI DI UNA MAMMA (STANCA)

Se c’è una frase che mio papà mi ha sempre ripetuto è: “Fare il genitore è il lavoro più difficile del mondo”.
Confermo, aveva ragione.

È tutto un oscillare tra pazienza, compromessi, respiri profondi, allegria, amore e stanchezza.
O, perlomeno, per me è così.

È che ti preparano alla difficoltà dei primi mesi quando quell’esserino dorme, mangia e piange ma non è che, il poi, sia tutta una passeggiata, eh.

Personalmente mi reputo molto fortunata: la piccola Marti è una bambina molto dolce che tende ad ascoltare, comprende molto spesso le situazioni che la circondano e si comporta di conseguenza.

Però, a volte, che fatica.

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“CHE LA VITA CI SEMBRA DOMANI E INVECE E’ TUTTA ADESSO”

Oggi mi sono seduta alla scrivania, tra un “mamma, guarda” e un “mamma, vieni”, e ho aperto il computer.
Presa dalla curiosità ho aperto WordPress.
Non lo faccio praticamente mai, Attimi e Pillole di Viaggio è fermo nel limbo, in quel tempo che scorre veloce tra le cose da fare e gli impegni della vita.
Eppure l’ho aperto e mi sono incredibilmente sorpresa del fatto che sì, ci sono persone che ancora lo visitano.
Che ancora lo leggono.
Che ancora curiosano tra gli articoli scritti, le fotografie scattate.

Ho fatto anch’io così, poco fa.
Come se quel tempo non fosse passato, non si fosse fermato e ho curiosato anch’io.
Ho letto le parole scritte quando ancora viaggiavamo con un solo bagaglio a mano, quando la vita scorreva veloce ma eravamo solo in due.
E mi ha fatto sorridere.
Come cambia la vita.

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PENSIERI E SORRISI: A VOLTE RITORNO.

Vi chiederete che fine ho fatto – o forse no – ma eccomi di nuovo qua.

Sono passati mesi – praticamente più di un anno – da quando ho scritto l’ultima volta su Attimi e Pillole di Viaggio.
E mi mancava, eccome se mi mancava.

Lo sapete, la vita scorre velocemente e, come sempre, mi sono lasciata travolgere fin troppo dagli avvenimenti e, anche questa volta, il mio piccolo angolo di pensieri ne ha pagato le spese maggiori.
Il silenzio.
E sì che a me piace il silenzio ma amo anche tanto scrivere.

Quindi, che fine ho fatto?

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All’Enrica di oggi, all’Enrica di domani.

L’ultima volta che ho scritto un articolo per il mio compleanno era il 2015 e avevo appena compiuto venticinque anni.

Sono passati tre anni e ieri, di anni, ne ho compiuti ventotto.

Mi è sempre piaciuto scrivere qualcosa in occasione del mio compleanno, è come se si facesse il punto della situazione, come se passato, presente e futuro si unissero per un giorno soltanto. In fondo è un po’ come fare conti con il tempo che passa, con l’inevitabile cambiamento dato dal passare degli anni.

Se penso a quante cose sono cambiate da quando ho scritto l’articolo per i miei venticinque anni mi viene da sorridere.
Se penso a quante cose sono successe in questi tre anni, sgrano gli occhi e sorrido incredula. E chi l’avrebbe mai detto? Continua a leggere All’Enrica di oggi, all’Enrica di domani.

Quotidianità è Vita.

Il 22 maggio dell’anno scorso vi raccontavo della mia corsa della vita su un cavallo impazzito.
Lo ricordate? Ne avevo parlato in questo articolo intitolato L’arte dell’imparare a vivere, scrivendo centinaia di parole riguardo la difficoltà di rallentare il ritmo della quotidianità. 

Proprio questo articolo mi è tornato sotto mano qualche giorno fa quando, sdraiata sul divano dopo uno di quei turni di lavoro che ti sfiniscono nel vero senso della parola, gironzolavo sul blog per cercare un po’ dell’Enrica del passato. Non so perché ma è una cosa che faccio spesso. 
Ad ogni modo sono finita su questo articolo e, da quando l’ho riletto, non faccio altro che pensare se e quanto le cose siano effettivamente cambiate da quel ventidue maggio del duemila diciassette.

E’ trascorso quasi un anno e sei mesi e posso dire con certezza che, molte cose, non sono cambiate.
Il cavallo impazzito c’è ancora e, soprattutto, ormai vive fisso nel mio giardino. 
La netta differenza dall’anno scorso a questo presente è che, a volte, questo cavallo impazzito rallenta – sarà il passare degli anni – e comincia ad andare al trotto, forse per poter godere anche lui del paesaggio.
Il paesaggio, in fondo, è sempre una delle parti principali del viaggio. Lo ammiriamo sempre, dal finestrino di un treno, di un aereo o di una macchina, e ci riempiamo gli occhi di curiosità, di cose nuove e di nuovi angoli, quando il paesaggio è ormai conosciuto.  Continua a leggere Quotidianità è Vita.

Bentornata a casa.

Eccomi. Sono tornata a casa.
La sensazione di tornare su Attimi e Pillole di Viaggio è sempre la stessa: tornare a casa, tornare in un angolo di mondo sicuro da qualsiasi cosa.
E’ bello tornare ma porta con sé anche tanta nostalgia, di quello che è stato, di quello che, ormai da mesi, non è più.
Ho smesso di scrivere e il perché non lo so nemmeno io.

Vorrei raccontarvi che sono stata così impegnata da non avere il tempo di accendere il computer, di essermi buttata in un progetto immenso che mi ha assorbito completamente.
Direi bugie.
E io, le bugie, non sono capace a dirle.

Ho smesso di scrivere da un momento all’altro, ho smesso di aver voglia di fare ciò che amavo tremendamente. Purtroppo mi sono resa conto che la stessa sorte è capitata alla mia adorata chitarra e alla mia fotografia.
Prima c’erano, tantissimo.
Poi non c’erano più.
E come ho riempito il loro vuoto, non lo so.

Forse è perché, d’improvviso, mi sono lasciata travolgere dagli eventi che la vita mi ha regalato.
Ma lasciatemi che vi racconti come sono andati questi mesi in cui, Attimi e Pillole di Viaggio, ha smesso in parte di esistere e il silenzio ha fatto da padrone. Continua a leggere Bentornata a casa.

L’arte dell’imparare a vivere.

A volte vorrei davvero tanto che le giornate avessero, che so, cinque o dieci ore in più in modo da poter fare tutto ciò che realmente vorrei.
E’ che mi frega il tempo. Mi frega davvero.

E’ che scorre troppo velocemente, il tempo, la quotidianità non accenna a rallentare per niente e mi sembra di essere su un cavallo che corre all’impazzata – non so se rendo l’idea – e di non riuscire nemmeno per un attimo a tirare le briglie e a rallentare.
Vedo passare accanto a me alberi, vedo sfrecciare luoghi e io mi aggrappo alla testa del cavallo impazzito e aspetto la fine, terrorizzata e urlante.
Lo so, non è una bella immagine, effettivamente. Continua a leggere L’arte dell’imparare a vivere.

Febbraio, marzo e aprile: la corsa ad ostacoli della vita.

Time flies.
Quanto è vero.

Finalmente torno a scrivere nella categoria “giorno dopo giorno” pur avendo saltato ben tre mesi, sono davvero pessima.
E’ che il tempo vola – e lo so che lo scrivo ogni volta – e io rimango sempre, sempre, sempre indietro.
Ma di questo ve ne parlerò nel prossimo articolo, non appena troverò un finale giusto a quella marea di parole.

Oggi mi tocca riassumere tre mesi, febbraio, marzo e aprile e non sarà per niente facile. Come faccio a raccontarvi più di novanta giorni in un solo articolo? Continua a leggere Febbraio, marzo e aprile: la corsa ad ostacoli della vita.