Alla fine è arrivato, il wifi, nell’appartamento in cui vivo da ormai tre settimane.
Questa assenza obbligata dal mio blog mi ha fatto capire quanto sia importante per me, quanto ho voglia di scrivere e quanto questo piccolo mondo sia diventato parte della mia vita.
Vi scrivo adesso, quindi, nella speranza che non sia troppo tardi.
I miei primi giorni qui, anche se ormai sono già tre settimane, sono stati intensi, pieni di emozioni, momenti da vivere e scoperte, proprie di chi va a vivere in un posto completamente nuovo.
Ricordavo Valencia (c’ero stata due giorni l’anno scorso: prometto di scrivere un articolo anche su quel viaggio… Quando torno, però!), ma chissà perché la ricordavo un po’ grigia e un po’ moscia, ricordi sbagliati e di certo non indicati ad una città spagnola.
Valencia mi ha accolto di sera, con un vento caldo che mi ha accarezzato il viso appena scesa dall’aereo e una notte stellata. Mi ha accolto con le risate delle mie compagne di avventura, con la curiosità che ti prende gli occhi, come se si volesse captare ogni attimo, ogni secondo di ciò che si vive.
Ciò che sembra incredibile, per una persona come me che non è mai stata all’estero per così tanto tempo, è il fatto di poter visitare una città quando voglio, senza dover pensare che tra una settimana si ritorna a casa. Faccio un po’ fatica ad abituarmi, quindi, al fatto di poter uscire una volta senza la macchina fotografica, di poter restare a casa un mattino e di non visitare un monumento in quel determinato momento perché, effettivamente, avrò un sacco di tempo per farlo. Perché davanti a quel monumento magari ci passerò altre mille volte, scatterò altre fotografie e visiterò altri luoghi.
Ad ogni modo, i miei giorni valenciani sono andati e vanno davvero alla grande. All’inizio sono passati un po’ lentamente, come normale che fosse, mentre adesso vanno così velocemente che nemmeno me ne rendo conto.
Tutto sta diventando un’abitudine: fare la spesa al Mercadona, la strada con le palme per andare in centro, la Plaza del Ayuntamiento e il traffico sotto casa. Alla fine il trucco sta in questo: abituarsi a quello che si vive, renderlo proprio senza dimenticarsi chi siamo, da dove veniamo e la nostra vita.
Dato che questo è un post introduttivo (mi sono resa conto di non potervi raccontare tutto in un solo articolo), vi racconto come vanno le mie giornate, chi sono le mie compagne di avventura e come si prospettano questi quattro mesi.
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