ANDALUSIA, IL VIAGGIO – CORDOVA

Questo articolo fa parte di una serie di puntate, chiamiamole così, in cui vi racconto quello che è stato uno dei viaggi più belli mai fatti, l’anno scorso in Andalusia.
La prima tappa, quella a Siviglia, l’ho raccontata poco più di due mesi fa (se ve la siete persa, no problem, potete cliccare qui!).

Seconda tappa, Cordova

Giorno 1

Per spostarci da Siviglia a Cordova abbiamo affittato un’auto che, alla fin fine, ci ha accompagnato lungo tutto il nostro viaggio attraverso l’Andalusia.
Il viaggio non è molto lungo, quasi meno di due ore di macchina, e viene accompagnato da paesaggi infiniti da ammirare dal finestrino.

Siamo arrivati a destinazione poco prima di pranzo e ci siamo recati subito in albergo dove, fortunatamente, la camera era già pronta ad aspettarci.
L’NH Córdoba Califa, l’hotel scelto per la nostra unica notte in questa città, si trova a soli dieci minuti dal centro storico e, punto assolutamente a suo favore, offre una colazione buonissima (che ancora la ricordo adesso con gli occhi sognanti). Qualora doveste soggiornarvi, una piccola curiosità: la sala colazioni dispone di un bellissimo cortile interno (il classico patio, tipico delle abitazioni spagnole).

Una volta sistemati e con cartina alla mano, ci siamo diretti verso il centro di Cordova passando per la Judería, il quartiere ebreo.
Si trova a pochi passi dal centro ed è composto da vie strette, classiche casette bianche e incantevoli patios.
E’ importante ricordare che tutto il centro storico di Cordova è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 1994.

Abbiamo poi visitato la Mezquita, senza dubbio la principale attrazione della città.
Non appena si entra all’interno di questa Grande Moschea non si può che rimanere sorpresi e la sensazione che si prova è come se si fosse catapultati indietro nel tempo.
L’atmosfera che si respira è di pace assoluta, di silenzio e di incanto di fronte a tanta, tantissima bellezza.
Da ricordare che la Mezquita è considerata Patrimonio dell’Unesco dal 1984.
Annessa alla Mezquita vi è anche la Cattedrale, costruita a seguito della riconquista dei cristiani nel 1236, e che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco.
Nella parte settentrionale della cattedrale, poi, si trova il classico Patios de los Naranjos che deve il suo nome ai 98 alberi di aranci che si trovano al suo interno. Il cortile dispone di sei porte che comunicano con l’esterno.

Da lì, ci siamo poi diretti verso il ponte romano, un’incredibile costruzione che collega i due lati della città e che permette una vista indimenticabile sul centro storico.
Composto da 16 archi e con la sua lunghezza di 247 metri, il ponte, interamente pedonale, permette di passeggiare in totale tranquillità in modo da poter ammirare l’immenso fiume Guadalquivir e la Mezquita in tutta la sua maestosità e bellezza.
Nel rivolgere lo sguardo verso il centro storico si può notare la Puerta del Puente, una grandiosa struttura che, durante il Medioevo, aveva funzione difensiva.

Abbiamo passato la restante parte del pomeriggio a passeggiare tra le piccole e caratteristiche vie di Cordova, scoprendo angoli di incredibile bellezza.
Sono dell’idea che Cordova sia una delle più belle città di Spagna e, senza dubbio, quella che ricordo sempre con un sorriso e gli occhi a forma di cuore. A volte trovo difficile anche descriverla perché, ovunque si volga lo sguardo, c’è sempre un dettaglio che sorprende. E’ come se, in una sola città, si unissero profondamente passato e presente, storia, arte, canti di Flamenco e una bellezza da lasciare senza parole.
Non c’è da stupirsi, quindi, nello scoprire che Cordova sia la città con più patrimoni Unesco al mondo.

La nostra passeggiata ci ha portato poi a costeggiare le lunghe mura del Alcázar de los Reyes Cristianos il cui museo non abbiamo potuto visitare in quanto aperto solo in determinati orari.

La sera è arrivata con un cielo dai colori pastello e un tramonto sulla Mezquita e sul ponte romano da lasciarci ancora di più incantati.

Giorno 2

La mattina del giorno seguente ci siamo spostati in macchina verso la Medina Azahara, il complesso archeologico più grande di tutta la Spagna e anch’esso Patrimonio dell’Unesco dal 2018.

I resti della città chiamata, appunto, Medina Azahara (in arabo
Madīnat al-Zahrā) coprono una superficie di 112 ettari e la sua grandezza, così come la sua sfarzosità, la resero una delle più belle e ricche di tutto il Mediterraneo.
Fu fondata tra il 936 e il 941 dal Califfo Abd al Rahman III ma, nonostante il suo splendore, la città venne distrutta e abbandonata dopo appena 75 anni dalla sua costruzione.
Rimase nel suo stato di solitudine per diversi secoli fino ai primi scavi del 1911.

L’atmosfera che si respira è davvero coinvolgente e sorprendente: si ha l’impressione che il tempo si sia fermato e che tutto trascorra in una dolce lentezza.
Avevo grandissime aspettative per questo luogo a me sconosciuto e me ne sono innamorata perdutamente.
L’incanto dei secoli passati, le rovine di una città che ha visto e conosciuto lo splendore, la meraviglia di quelle costruzioni che ancora si ergono imponenti, nonostante l’inesorabile passare del tempo.

A rendere ancora più romantico il paesaggio che ci si trova davanti è la leggenda che viene raccontata riguardo alla costruzione di questa città.
La leggenda, infatti, narra che il califfo l’abbia creata in onore di una delle sue concubine, Zahara, e che la città prenda proprio il suo nome.
Si narra, inoltre, che fece circondare la città di alberi di mandorlo affinché, al fiorire in primavera, i fiori bianchi coprissero le strade e le potessero ricordare la neve della sua patria, la Siria.

Secondo un’altra versione, invece, la costruzione di una città così grande e suntuosa doveva servire per rappresentare l’importanza e il potere del nuovo califfato.
Una versione di certo meno romantica ma che è facilmente credibile viste le dimensioni della città che, ancora oggi, compare davanti ai nostri occhi (nonostante sia stato scavato solo il 12% del totale).

Una tappa fondamentale, quindi, all’interno di un tour dell’Andalusia, alla scoperta di quegli angoli di Spagna che, nonostante il trascorrere dei secoli, regalano incantevoli sorprese.

Alcune informazioni.
L’ingresso alla Medina Azahara è totalmente gratuito per i cittadini dell’Unione Europea ( € 1,50 per chi proviene da stati extra- europei).
Per raggiungere il sito archeologico è necessario prendere una navetta (anche qualora si venga in automobile). Il costo è di € 2,50 a persona.

Siamo poi partiti per raggiungere Lorca, cittadina situata nella provincia di Murcia. Abbiamo percorso più di quattrocento chilometri tra paesaggi infiniti, colline piene di ulivi e montagne, quelle della Sierra Nevada.
Impossibile non rimanere meravigliati di fronte alla natura.

La tappa a Lorca è stata scelta in quanto luogo del matrimonio di una mia carissima amica spagnola. Non abbiamo avuto tempo a visitare, se non una breve passeggiata prima di cena, pertanto, nel prossimo articolo salterò questa tappa per proseguire con il resto del viaggio.

Stay tuned! 🙂

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